EFFETTO NOCEBO

Purtroppo nel 2022 sull’argomento psicofarmaci ci sono ancora molti pregiudizi, dubbi e paure. Questo determina un ritardo ed una difficoltà ed accedere alle opportune cure farmacologiche.  

 

Nella pratica clinica tutti i giorni gli specialisti psichiatri si trovano a fare i conti con il fatto che l‘inizio di un percorso psicofarmacologico parte già affannosamente: mentre per ogni altra cura medica (ed in generale in ogni altro ambito della medicina diverso dalla psichiatria) il paziente inizia a curarsi con la speranza di stare meglio e di guarire, a seguito della prescrizione di qualsivoglia trattamento psicofarmacologico prevale invece il senso di sconfitta, la diffidenza ed un timore immotivato.

 

Questa disposizione negativa fa la differenza nella riuscita della cura perché l’attenzione del paziente sin dai primi giorni di assunzione della molecola (sempre se lo specialista è riuscito nell’ardua impresa di convincere il paziente ad assumerla) si orienta all’ascolto degli effetti collaterali, la cui possibile comparsa, anche se di lieve entità, determina l’interruzione della terapia, andando di fatto a rendere ancora più complesso il processo di cura.

 

Il fenomeno di attribuire alla cura prescritta una valenza negativa, si chiama “effetto nocebo” , che è il triste parente del più famoso “effetto placebo”. 

 

Effetto placebo: la fiducia in una terapia ne amplifica gli effetti positivi. 

Effetto nocebo: la sfiducia in una terapia ne amplifica gli effetti negativi.  

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